La dinastia Dalla Villa: Dalla tradizione all’innovazione
La dinastia Dalla Villa: da ciabattini a impero delle calzature
Ci sono storie che profumano di cuoio, di fatica e di passione. Quella della famiglia Dalla Villa è una di queste.
Da oltre sei generazioni, il loro nome è sinonimo di calzature: un percorso cominciato come semplici artigiani, diventati poi grandi commercianti, capaci di costruire il più grande emporio di scarpe della zona.
Un tempo portavano i loro prodotti nei mercati con un cavallo. Decenni dopo, per pubblicizzarsi, arrivarono a esporre davanti al loro negozio una Minardi di Simod da 800 cavalli: un simbolo potente della strada percorsa.
Le radici: dignità e semplicità
Orfeo Dalla Villa, classe 1920, è stato l’artefice della svolta. Nato in una numerosa famiglia di Villanova del Ghebbo (Rovigo), respirava da sempre l’aria di un mestiere antico: quello dei ciabattini e dei calzolai veneti, che per generazioni avevano saputo coniugare precisione, sacrificio e orgoglio.
«Eravamo una famiglia molto numerosa, nove fra fratelli e sorelle. La guerra aveva costretto me ed i miei fratelli maschi a sospendere ogni attività per andare a combattere. Al ritorno ci siamo rimboccati le maniche. Per andare sui mercati avevamo abbinato ai cavalli alcuni camion recuperati fra i residui bellici. Per risparmiare sull’albergo spesso dormivamo per terra, utilizzando i teloni dei camion come tende da campo. In quegli anni ho imparato un mestiere completamente dopo che ci eravamo separati. In effetti io ed i miei fratelli abbiamo girato il mondo per quasi 54 anni. La mia specialità era quella di vendere all’incanto sulle piazze. Vendere all’incanto significava fare primi il giro di tutto il paese facendosi pubblicità con gli altoparlanti. Poi ci si fermava sulla piazza principale o davanti alle fabbriche. E qui ci voleva un’arte particolare, da vero imbonitore, per intrattenere la gente e convincerla a comprare. Quel “mestiere” era diventato la mia specialità. Avevo avuto la fortuna di impararlo, rubandolo quasi di nascosto, da “Nani Boletto”, un mio compaesano di Villanova del Ghebbo, che credo sia stato il più grande imbonitore di tutti i tempi in questa zona. Lo andavo ad ascoltare mentre lavorava, cercando di non farmi vedere perché geloso della sua arte, e poi cercavo di imitare i suoi modi di spirito, il suo stile, le sue battute. Era un mestiere più duro che di più non si può pensare oggi. Ma è stato proprio con quei comizi improvvisati su tutte le piazze per vendere scarpe, che ho potuto creare questa azienda ed assicurare un futuro ai miei figli…»
La nascita dell’emporio
La vera svolta arrivò con l’unione tra Orfeo e sua moglie Carla, che insieme seppero trasformare un piccolo commercio familiare in un’attività strutturata e lungimirante.

Con i loro quattro figli:
Umberto, Fabrizio, Ombretta e Maurizio – consolidarono un vero e proprio regno delle calzature, estendendo l’attività da Villanova del Ghebbo a Occhiobello, Ferrara, Bologna e in altre località del Polesine.
Fù Fabrizio a dare l’impulso all’espansione e all’immagine moderna dell’azienda, mantenendo sempre viva la filosofia del padre Orfeo: qualità, onestà e passione. Il fiore all’occhiello della famiglia diventò il grande emporio nel Centro Scarpa di Occhiobello, con i suoi 1.300 metri quadrati e decine di migliaia di paia di scarpe di ogni tipo e marca: dalle ciabatte più economiche alle calzature più raffinate e ricercate.
Dalla tradizione all’innovazione
«Certamente non abbiamo solo scarpe sportive – precisa Fabrizio Dalla Villa – Nel nostro capannone abbiamo di tutto, dalla ciabatta più economica alla scarpa più fine, e naturalmente più costosa…».
L’emporio è sempre affollatissimo:
«Certamente sia i rodigini che i ferraresi si sono accorti di quanto sia conveniente acquistare da noi. La nostra grandissima forza, sta nella nostra capacità di acquisto, nella possibilità,
cioè, di trattare grosse partite di merce, ottenendo ovviamente prezzi particolarmente convenienti. Poi, secondo la filosofia popolare della mia famiglia, cerchiamo di essere il più
possibile contenuti nei ricarichi. Fino ad ora tutto ciò ha assicurato il successo alla nostra impresa…».
Scarpe italiane o scarpe straniere?
«Io personalmente – risponde Fabrizio Dalla Villa – preferisco le scarpe italiane. Sono le migliori, di gran qualità. Quelle straniere sanno farsi più pubblicità, ma come qualità devono fare ancora parecchia strada prima di eguagliare gli italiani». «Oltretutto preferendo calzature italiane, si contribuisce a mantenere l’occupazione di tanti addetti in questo settore».
Un’altra domanda che molti vorrebbero fare: ma quando deve durare una scarpa? È opportuno farle risuolare?
«Forse vale la pena di far risuolare le scarpe più eleganti e costose. Negli altri casi, per quanto riguarda le scarpe di qualità più standard, si può pensare ad una durata media di un anno o due. D’altro canto il prezzo è in genere abbastanza contenuto, per consentire senza eccessivi dispendi una continua rotazione delle calzature…».

